Simbolo di prestigio e nobiltà, il porfido è stato usato sin dall’antichità a cominciare dagli Assiro-Babilonesi, agli Etruschi e proseguendo poi dai Romani. Associato alla divinità, per le sue caratteristiche di durezza/eternità e per il suo colore nobile, lo si ritrova in molti edifici religiosi e come materiale scelto per prestigiosi manufatti come i sarcofagi di re ed imperatori.
Il termine porfido deriva dal suo colore rosso-porpora ed indicava inizialmente la pietra cavata in Egitto (fino al 500 d.C. il porfido proveniva quasi esclusivamente da quelle aree) chiamata nell’antichità “porfido rosso imperiale”. Il porfido veniva utilizzato per rivestire le camere funerarie dei faraoni e per realizzare colonne ed oggetti di pregio apprezzabili ancora oggi.
Il Porfido nella Storia
Nei Tempi Antichi
Dagli Anni '40 il Comparto Estrattivo in Trentino
Il porfido in Trentino viene utilizzato inizialmente come pietra da costruzione. Le lastre sono impiegate per la copertura dei tetti mentre per formare muri di sostegno/contenimento e per pavimentare le principali strade vengono usate rispettivamente lastre di spessore maggiore e ciottoli.
E’ solo intorno alla metà degli anni ’40, al termine della Seconda Guerra Mondiale, che ha avvio l’attività estrattiva in Trentino con l’apertura di una “cava di prova” (1946). Le prime opere realizzate, tra le quali la via Nazionale a Roma e la Stazione Centrale di Milano, sono per lo più pavimentazioni di strade e di piazze, dove, l’aumento del traffico veicolare, rendeva necessario l’impiego di un materiale resistente nel tempo.
Anni '60-'80 Boom e Sviluppo delle Tecniche
L’attività si evolve progressivamente fino a conoscere un vero e proprio boom tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70, quando si sviluppa la consapevolezza che il porfido può rappresentare una vera e propria fonte di reddito. Nasce così il comparto estrattivo con l’introduzione di macchine per la lavorazione, il trasporto del materiale ed il miglioramento delle tecniche di estrazione.
Nel 1980 nostro padre, Bruno Filippi, assieme ai suoi fratelli Fabio e Maurizio, hanno aperto il primo laboratorio, l’unico in cui si producevano delle lavorazioni del tutto nuove: lastre con superfici fiammate e lucide che erano in grado di soddisfare le sempre maggiori richieste provenienti dall’Italia e dal Nord Europa.